Il Ministero dell’Università e della Ricerca ha recentemente pubblicato le sei priorità per il 2023. Queste priorità sono state presentate dal Ministro Maria Cristina Bernini e indicano le aree di maggiore attenzione del Ministero per l’anno in corso.
Il documento si concentra su sei priorità politico-istituzionali: l’implementazione delle attività di realizzazione dei progetti PNRR, il potenziamento dell’offerta formativa, l’allargamento della comunità di ricerca, l’aggiornamento del programma nazionale per la ricerca 2021-2027 e dei programmi strategici nazionali, l’incremento dei processi di internazionalizzazione e il consolidamento dell’organizzazione del Ministero e quindi dello sviluppo delle attività di “Policy communication”.
Ma vediamo insieme più nel dettaglio le sei priorità del 2023.
Implementazione delle attività di realizzazione dei progetti PNRR
L’obiettivo che il Ministero si pone quest’anno è quello di procedere all’esecuzione dei progetti del PNRR in modo ancora più rapido e preciso rispetto a quelli dell’anno scorso,
per rispettare gli obiettivi intermedi e finali previsti entro il 2026. Ciò richiede una semplificazione amministrativa e una stretta collaborazione tra tutte le amministrazioni coinvolte, le università, le istituzioni AFAM e gli enti di ricerca, oltre ad un monitoraggio accurato e una comunicazione efficace dei risultati.
Potenziamento dell’offerta formativa
Il Ministero dell’Università e della Ricerca ha previsto diverse iniziative per migliorare l’offerta formativa. Il diritto allo studio sarà reso universale, garantendo un supporto adeguato alle fasce più deboli attraverso l’aumento di borse di studio, sussidi e alloggi per gli studenti fuori sede, e il sostegno specifico agli studenti con disabilità. Tali misure, sostenute dai fondi della legge di bilancio, diventeranno un’infrastruttura stabile per il Paese. Inoltre, sarà potenziato l’orientamento ai ragazzi delle scuole superiori per ridurre il tasso di abbandono universitario. Sarà anche aumentato il numero di lauree abilitanti e semplificato l’inserimento dei giovani laureati nel mondo del lavoro e delle professioni, con particolare attenzione alla Medicina, per garantire il numero di medici necessari ai bisogni della popolazione. Infine, ci sarà il potenziamento dell’autonomia degli istituti AFAM, con la riforma degli ordinamenti, lo sviluppo dei dottorati e l’introduzione della figura dei ricercatori, con l’obiettivo di istituire l’Abilitazione artistica nazionale.
Allargamento della comunità di ricerca
Il Ministero si impegna, inoltre, a incrementare il numero di giovani italiani con un dottorato di ricerca, poiché solo una persona su mille tra i 24 e i 35 anni in Italia lo possiede, meno della media europea e solo la metà della Germania. Pertanto, sarà importante ragionare sulla figura del ricercatore a tempo determinato e sul come attrarre talenti e ridurre la fuga di cervelli dall’Italia. A tal fine, il ministero prevede di investire maggiormente nella ricerca e di promuovere collaborazioni sia a livello nazionale che internazionale con soggetti pubblici e privati, allo scopo di costruire ecosistemi della ricerca e dell’innovazione.
Programma nazionale per la ricerca 2021-2027 e Programmi strategici nazionali
In vista della fase attuativa del PNRR, il Ministero ha stabilito che sarà avviato un aggiornamento del Programma Nazionale della Ricerca 2021-2027, con l’obiettivo di individuare le priorità necessarie per soddisfare quattro esigenze principali. In primo luogo, si vuole accompagnare la programmazione europea e nazionale dei fondi destinati alla ricerca. In secondo luogo, il MUR supervisionerà i processi di riforma degli enti pubblici di ricerca e consoliderà il ruolo strategico del Ministero nella ricerca scientifica in ambito spaziale. In terzo luogo, si vuole garantire la cybersicurezza di propria competenza coinvolgendo anche università e centri di ricerca. Infine, il Ministero avvierà programmi strategici nazionali sulle tecnologie critiche, partendo dal Centro italiano per il design dei circuiti integrati a semiconduttore. In questo modo, il MIUR vuole consolidare il ruolo della ricerca scientifica nel Paese, garantendo il sostegno alle eccellenze italiane e promuovendo il loro sviluppo.
Internazionalizzazione
Per incentivare la partecipazione dell’Italia ai processi decisionali europei e internazionali nell’alta formazione e ricerca, sono necessarie diverse azioni. In particolare, è importante porre maggiore attenzione alle alleanze universitarie europee, superare le difficoltà nel riconoscimento reciproco dei titoli, aumentare l’attrattività dell’Italia tramite la diplomazia scientifica, ampliare l’offerta formativa all’estero, accrescere il ruolo dell’Italia nell’ambito della ricerca europea, rafforzare la cooperazione con le istituzioni europee, supportare la ricerca internazionale, predisporre piani di comunicazione e colmare i divari di genere e di età nella ricerca. Tutto ciò è fondamentale per far parte integrante dell’Europa del futuro.
Consolidamento dell’organizzazione del Ministero e sviluppo delle attività di “Policy communication”
Il futuro dell’Italia nel campo dell’università e della ricerca richiede una maggiore organizzazione del Ministero attraverso un processo di completamento che è stato avviato nel 2021. Ciò implica l’identificazione del ruolo del MUR, la capacità amministrativa, la gestione delle informazioni, l’analisi degli impatti e la comunicazione istituzionale. È necessario monitorare i processi gestionali e completare la digitalizzazione dell’attività amministrativa, nonché potenziare la dotazione di risorse umane, con particolare attenzione al benessere dei dipendenti e delle dipendenti, in modo da adempiere alla missione istituzionale e realizzare le priorità per il 2023. Inoltre, è importante completare la riorganizzazione interna del Ministero, in particolare rendendo operative le due nuove strutture tecniche per la qualità della formazione universitaria specialistica nel settore sanitario e per la valutazione dei progetti di ricerca. Tutte queste iniziative saranno adeguatamente promosse attraverso le campagne di comunicazione e di branding istituzionale previste dal Piano di comunicazione per il 2023.