
Terminata l’università, per tutti gli studenti arriva il momento di decidere cosa voler fare nella vita.
C’è chi vuole entrare subito nel mondo del lavoro e chi invece desidera rimanere nel contesto universitario, approfondendo magari una o più tematiche del proprio percorso di studi.
In quest’ultimo caso, la strada che si presenta davanti è quella del dottorato di ricerca che di solito anticipa la carriera accademica.
Istituito nel 1980 è il più alto grado di istruzione dell’ordinamento accademico italiano. Si tratta di un corso riservato a un numero limitato di ricercatori.
In un mondo lavorativo sempre più competitivo, titoli e competenze specifiche possono essere molto importanti per differenziarsi e affermarsi sul piano professionale. Lo scopo è quello di formare alla ricerca di alto livello e all’insegnamento universitario.
Il Dottorato è quindi un percorso accademico di formazione e appunto di ricerca in un settore specifico. Una volta conseguito si ottiene il titolo di Dottore di ricerca.
Essendo un concorso pubblico a tutti gli effetti, si accede solo dopo aver vinto il bando istituito dall’università o dall’ente di ricerca preposto all’organizzazione.
La modalità di accesso e la programmazione dei corsi non sono tutti uguali proprio perché istituiti da singoli atenei o da singoli enti.
Tuttavia ciò che accomuna tutti i dottorati è che vi si può accedere solo attraverso concorso pubblico per titoli e prove d’esame, generalmente: una prova scritta e una orale.
Assolutamente sì, anzi la metà dei posti messi a disposizione dal concorso sono coperti da una borsa di studio.
I dottorandi che ricevono la borsa di studio percepiscono un compenso annuale per l’intera durata del loro impegno accademico.
Inoltre, sono esonerati dal pagamento delle tasse universitarie.
I bandi vengono pubblicati ogni anno sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, nella sezione Concorsi ed Esami, oppure sul sito dell’Università che eroga il corso.
Per partecipare al concorso non ci sono limiti né d’età né di cittadinanza, l’unico requisito richiesto è avere uno dei seguenti titoli di studio:
Il candidato dovrà inviare la domanda con i documenti richiesti, generalmente sono: curriculum vitae, lettera motivazionale e progetto di ricerca; successivamente c’è la valutazione dei titoli e infine il superamento delle prove concorsuali.
I candidati che passano e sono tra i primi posti della graduatoria accedono al dottorato di ricerca con la borsa di studio.
Il corso ha una durata che varia dai 3 ai 5 anni, a seconda dell’ateneo o dell’ente in cui si svolge. A fine di ogni anno il dottorando deve presentare una relazione sull’attività di ricerca svolta, consentendogli così di passare all’anno successivo.
Al termine dell’intero percorso formativo, il dottorando dovrà sostenere un esame finale.
Quest’ultimo consiste nell’elaborare una tesi in cui vengono presentate le ricerche del progetto presentato in fase di ammissione ed è importantissimo dimostrare di aver raggiunto gli obiettivi prestabiliti dalla ricerca.
Abbiamo visto cos’è un dottorato di ricerca e come vi si accede, ma dal punto di vista lavorativo quando è importante farlo?
Avviare questo percorso di ricerca è molto impegnativo e non sempre un neolaureato è disposto a investire altri anni nello studio e nella ricerca.
Un’alternativa valida è il Master, un’altra tipologia di formazione utile per acquisire competenze specifiche di una determinata disciplina.
Anche se non ha la stessa importanza del dottorato, ed è generalmente più breve, permette agli studenti di acquisire abilità e nozioni utili per entrare nel mondo del lavoro.
Per sapere di più sui vantaggi che un master può offrirti, ti consigliamo di leggere il nostro articolo Cos’è un Master e quali sono i suoi vantaggi.
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